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Cicogne con la valigia

Basta poco per fare primavera.

Dopo freddo, neve e gelo, dopo il giallo delle mimose,

uno stormo di cicogne arriva e fa il suo ingresso nel paese.

Bianchi aeroplani di carta in volo fanno sosta dopo

un lungo viaggio di migrazione.

Straordinari e misteriosi uccelli, beneauguranti, portano

sogno, fedeltà e amore, eleganza, leggerezza e speranza.

Anche senza bambini nel fagotto vederle volare

è un tocco di poesia nell’ ordinata vita, un tocco di fiabesco.

Ogni cicogna qualcosa porta nella valigia e qualcosa si prende

tutto da vivere. Non so se siano più le cose che nasconde

o le cose che così ci svela.

Più furba della volpe con il suo agire, una lingua tutta sua parla.

Con le sue grandi ali, orienta il suo volo, sino a planare

ad alte quote. Veleggia simile a un Angelo che porta prosperità.

Sui comignoli dei camini, sopra i tetti, sulle chiese,

sui pali della luce e le cime degli alberi, la cicogna si posa

con maestosità, sembra un magnifico monumento,

sa se qualcosa regge o sta per crollare.

 

In un giorno preciso le cicogne riprendono il volo,

come se fosse fissato dalla Natura. All’ orizzonte,

come piccoli puntini neri appare lo stormo,

sciogliendo lo sguardo al disincanto.

Le cicogne, di buona memoria, le bussole stellari usano

come rotta, percorsi e luoghi ricordano, chissà dove sono andate…

Rimango pervasa da un fremito sottile che permane in me

tutto il tempo che rimango ad osservarle.

Senza lasciarmi distogliere da tutto il resto, posso viverlo

fino in fondo questo frammento di corrente calda di felicità,

respirarlo a pieni polmoni.

Il vento, prima o poi, cambia sempre direzione accarezzandoci

carico di dolci novità. Il vento quasi solleva anche me,

e ti rendi conto, una volta ancora, che di fronte al cielo

tutto appare più bello.

 

Rosita Ceraolo