Una rondine venuta da lontano.
Un lieto canto echeggia per tutto il Creato,
in un mondo addormentato.
Il grido mattutino di una rondine
che ha superato il triste inverno,
inonda ogni cuore di letizia, ridesta
pensieri d’ armonia e di divino incanto.
Per la rondinella lunga fu l’ attesa.
Pellegrina tra inverno e primavera,
finalmente il grande giorno è arrivato.
Adesso tutto intorno lei canta
la primizia della vita ritrovata.
Come un angelo che vola tra gli alberi e
l’ azzurro cielo, va la rondine mendicando
nelle case degli uomini ospitalità.
Ciarla con la voce della sua natura;
con i suoi voli segna la fine dell’ aridità
e della fredda notte del deserto.
La rondine, per le sue uova, e poi
per i nuovi nati costruisce nidi più preziosi
dell’oro, mescolando paglia e fango.
Con ali bagnate nella grigia polvere e
con calde piume tappezza la sua casa.
Grazie alla sua saggezza realizza la vita presente,
libera da tutto e niente, cercando di trovare
l’ amore che non c’è.
L’ asprezza dei venti e la durezza del gelo
non riesce a sopportare.
Quando sorride la primavera, lei ritorna
con animo esaltante, per augurare le più
belle cose e la stagione prosperosa.
Con il cuore in mano, con l’ aria mite, serena,
e la terra riscaldata, diventa madre esemplare
per i suoi piccoli.
Messaggera della vita che rinasce, la rondine,
mai sfiorata dall’ ombra della tristezza,
con i suoi giri scrive in alto favole d’ amore,
che tiene dentro il bianco petto.
Sul far del giorno porge i suoi versi come
un fascio di rose senza spine, sperando sempre
in giorni lieti, spensierati e senza fine.
( Rosita C. )